giovedì 1 marzo 2012

Sezano, sfregio al paesaggio


LE COLLINE IN PERICOLO. La comunità del monastero stimmatino di Sezano ha raccolto le lamentele dei cittadini. «Assistiamo a uno scempio». Sbancamento del Monte Cucco preoccupa gli abitanti. Cantina e viti al posto del bosco ceduo. Lettera aperta al sindaco Tosi
(L'Arena 01/03/2012
)

 
Lo sbancamento sotto Monte Cucco che sta preoccupando i cittadini della Valpantena
Valpantena. Il silenzio, nel monastero degli Stimmatini, adagiato ai piedi delle colline di Sezano, nel verde della Valpantena, è colmo di una quiete che porta alla contemplazione. Eppure la serenità naturale del luogo è messa a rischio, come spesso accade, dalla mano dell'uomo.
Già nell'estate del 2010 la collina denominata Monte Cucco ha iniziato a essere protagonista di profondi scavi di sbancamento, che si sono via via allargati, prendendo fette sempre più ampie di terreno, finché i residenti della frazione non ce l'hanno fatta più a vedere il proprio verde portato via dalle ruspe e, quando i lavori hanno raggiunto la terza propaggine della collina, un paio di settimane fa, hanno scritto una lettera aperta al sindaco Tosi, seguita da quasi 70 firme.
«Ciò che la natura aveva realizzato in 60 anni, l'uomo ha distrutto in pochi mesi», dice padre Silvano Nicoletto, responsabile della comunità degli Stimmatini, che in questi anni ha raccolto le lamentele dei cittadini. «Ogni domenica mattina moltissimi residenti partecipano alla Messa e mi confidano la loro preoccupazione per quanto vedono accadere davanti ai propri occhi, senza poter far nulla».
 Una cantina e terreni coltivati a viti andranno a sostituire il bosco ceduo e i terreni verdeggianti, secondo le informazioni che i cittadini hanno ricevuto, quando hanno chiesto spiegazioni in circoscrizione. «Ci auguriamo che tutto rientri in quanto previsto dal Pat», commenta padre Nicoletto, «e non vogliamo dubitare della legalità dell'operazione, anche se personalmente mi sembra di assistere allo scempio di una territorio di grande bellezza paesaggistica.
Ma non possiamo più nascondere la nostra forte preoccupazione». I residenti avrebbero preferito che prima di procedere a nuovi scavi si fosse provveduto a rinverdire le zone dissodate e che i gradoni fossero stati circondati da muri di contenimento per escludere il pericolo di frane.
Tra gli interrogativi anche il problema dello smaltimento delle acque piovane, che è già una questione ben conosciuta nella zona. «Normalmente, quando piove in modo abbondante, le strade di questo versante della collina tendono ad allagarsi», nota il padre Stimmatino, «ma da quando sono cominciati i lavori si riversano anche fango e terriccio.
Chi si prende la responsabilità di assicurarci che in caso di smottamenti, dovuti alle precipitazioni, non saremo travolti da una frana?». Cose che sono successe in altre zone d'Italia e che i residenti temono possano riguardare anche loro. La futura viabilità della cantina è un altro quesito che attende risposta. «La zona degli scavi è raggiunta solo da una piccola strada di campagna, come pensano di risolvere il via vai di mezzi pesanti che uno stabilimento del genere inevitabilmente comporta?
Insomma, se il danno è fatto», conclude padre Nicoletto, «è il momento di rimediare.
Abbiamo pazientato abbastanza, ora vogliamo risposte e rassicurazioni che tutto sia fatto rispettando le norme di sicurezza. Forse quando saranno piantate le viti e si sarà provveduto al rinverdimento il paesaggio tornerà piacevole e non ci sarà alcun rischio di dissesto idrologico. Se così è, saremo felici di saperlo».

Elisa Innocenti

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