Buona parte dei risultati di gestione degli Enti parteciparti
dipendono anche dalle capacità degli amministratori che a volte possono
essere persone che non possiedono i requisiti di merito, capacità e
serietà.
I requisiti che dovrebbero prevalere nelle scelte sono generali
(l’equilibrio di genere, il divieto di nomina, interni ed esterni
all’amministrazione, la conoscenza delle lingue, le conoscenze
informatiche, l’esclusività del rapporto); attinenti all’area di
conoscenze (titolo di studio, tipologia del percorso formativo, titoli
valutabili, studi e stage all’estero), esperienze professionali.
Queste qualità devono emergere con la presentazione del curriculum,
di una nota illustrativa del lavoro svolto e degli obiettivi che l’Ente
dovrebbe conseguire ed un colloquio.
I fattori che prevalgono nelle nomine
sono la fedeltà verso chi ha proposto la nomina, l’appartenenza ad un
partito o ad una componente di un partito che non tiene conto delle
qualità professionali di cui l’Ente ha bisogno.
Questo stato di cose porta, oltre ad una cattiva gestione, a svuotare
i consigli di amministrazione delle proprie competenze e a delegarle a
persone che non fanno parte dell’organo di governo della società
(assenza di un amministratore delegato componente del consiglio di
amministrazione e deleghe conferite al direttore generale).
In assenza di una legislazione che disciplini le nomine
a livello locale è necessario prendere coscienza del problema e
assumere la responsabilità di nominare persone professionalmente valide.
La proposta si pone gli obiettivi di migliorare e qualificare la
presenza dei partiti nelle istituzioni pubbliche e di nominare persone
competenti che siano utili a migliorare la performance delle società di
gestione dei servizi pubblici locali.
Per questo il gruppo consiliare PD propone di tagliare i
ponti con il passato e di introdurre un codice di regolamentazione per
le nomine finalizzato a privilegiare le capacità, le competenze e le professionalità.
La proposta tende a tradurre in concreto i criteri ispirati ai
principi di massima trasparenza, pubblicità e partecipazione, di
esclusivo riferimento alle competenze e al merito, oltre che
all’onorabilità dei candidati, e di vaglio dei requisiti nella scelta
dei rappresentanti, di collegamento esplicito fra indirizzi stabiliti
dall’amministrazione e attività degli enti controllati.
Gli aspetti principali della proposta sono:
1. adozione di specifiche delibere di indirizzo programmatico per ciascuno degli enti partecipati;
2. verifica dei requisiti di professionalità, competenza e moralità dei candidati;
3. garanzia delle pari opportunità;
4. pubblicità preventiva di tutte le caratteristiche degli incarichi,
dei compensi ad essi connessi, delle proposte di candidatura, dei
curricula dei candidati, delle valutazioni di idoneità professionale
degli stessi, nonché di tutti gli atti della procedura, nessuno escluso;
5. audizioni pubbliche di confronto con i candidati davanti a commissioni dei consigli elettivi.
6. Dopo le nomine pubblicazione dei criteri di scelta adottati.
Sarebbe ora! La professionalità, la serietà (adesione a norme etiche) e la competenza dovrebbero essere i requisiti!
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