sabato 27 febbraio 2016

Migranti a Quinto, le risposte semplici (o semplicistiche) non risolvono i problemi.

Pensare di risolvere una situazione complessa con una azione semplice è piuttosto azzardato.
La soluzione semplice molto spesso non interviene sulla causa del problema, ma ne crea altre.
L'ignoto e l'ignoranza (cioè la mancanza di conoscenza di un fatto o oggetto), hanno sempre determinato sconcerto e paura.
E' quanto assistiamo in Valpantena in merito all'arrivo di un gruppo di migranti.

La mancanza di informazione e di comunicazioni tra amministrazione centrale e realtà locali ha scatenato la paura.
C'è chi già attribuisce all'arrivo dei migranti un aumento dei furti nelle abitazioni e una generale insicurezza.
C'è chi ironizza sul diverso trattamento tra migranti stranieri e disoccupati locali.
C'è chi arriva a proporre  come soluzione mettere a fuoco l'ex albergo.
C'è chi, anzichè governare la situazione cercando risposte e favorendo la ricerca di soluzioni, cerca consensi incrementando l'insicurezza.
La situazione è complessa e le soluzioni non sono immediate, ma possibili.
Nell'interessante video che segue, la rivista Pantheon illustra nel dettaglio il percorso che fanno le persone come quelle che saranno ospitate nell'ex albergo di Quinto.
La nota stampa di Civica Attiva si basa su informazioni ricevute direttamente dall'arch. Renzo Marcolini, presidente dell'associazione Free Men che gestirà l'intervento, e  ci fornisce informazioni sulle caratteristiche e vincoli del progetto su cui ha investito.  
Certo, possiamo rimanere perplessi sul fatto di lucrare guadagni sulle disavventure delle persone, ma tale intervento, come succede in un ospedale o in una casa di cura, porterà anche nuova occupazione utilizzando un albergo fino ad ora abbandonato: tecnici ed operai per i lavori di sistemazione e manutenzione, occupati fissi per la cucina e  le pulizie, animatori e docenti per  aspetti educativi e per l'insegnamento della lingua italiana, mediatori culturali, una famiglia per la gestione e il governo della struttura...
Spetta poi alla comunità civile evitare che quest'accoglienza da cinica e pelosa, diventi dignitosa e positiva per tutti. Spetta soprattutto a quella quota di società civile che come il sottoscritto si dichiara credente e fa del Vangelo il proprio orientamento di vita. In questa Quaresima sono certamente questi i poveri cristi e le loro famiglie lasciate in patria a chiederci se non sia il nostro stile di vita a determinare la loro emigrazione dai luoghi di origine. 
Non fermeremo l'ondata di migrazioni bruciando un albergo, la fermeremo quando saremo disposti a protestare (e votare) contro l'ingiusta distribuzione delle ricchezze del mondo, contro l'ineguale remunerazione del lavoro. Questi fatti dovrebbero farci incontrare e discutere, certamente per avere maggiori informazioni, ma anche per farci coinvolgere nell'accoglienza o almeno nella comprensione di una realtà troppo complessa per essere risolta da uno striscione.
Roberto Fenzi
Consigliere PD Circoscrizione VIII


Pantheon Verona
Intervista a Nadia Gobbo, coordinatrice Progetto Immigrazione Cooperativa sociale "Spazio Aperto"







COMUNICATO STAMPA di Civica Attiva
PROFUGHI ALL’HOTEL VALPANTENA DI QUINTO

Il bisogno di capire

Ieri, venerdì 25 febbraio, Civica Attiva si è incontrata nei locali dell’hotel Valpantena con l’architetto Renzo Marcolini, presidente di Free Men, l’associazione che ha vinto il bando per l’accoglienza di decine di profughi.  
La Free Men, ci dice Marcolini, è nata un anno fa per soddisfare ampie esigenze sociali: dall’accoglienza dei profughi agli anziani soli  fino ai nuovi poveri. Marcolini dice che questa che faranno all’hotel Valpantena forse già a partire dalla settimana prossima,  per loro, rappresenta la prima accoglienza e  l’inizio delle loro attività sociali. 
Marcolini è un imprenditore e anche in questa attività si comporta come tale. Non nasconde che il motivo che ha spinto l’associazione a percorrere questa strada è prettamente economico, legato ai 35 euro che l’Unione Europea mette a disposizione per l’accoglienza dei profughi. 
L’associazione è composta da soci che hanno disponibilità di appartamenti e/o alloggi in alcuni punti della provincia di Verona: da Cerea a Fumane, da S. Giovanni Lupatoto a Quinto. L’hotel Valpantena, dopo il fallimento, è ora di proprietà di un cinese con il  quale la Free Men ha stipulato regolare contratto d’affitto.  
Marcolini dice che la struttura è a norma dal punto di vista strutturale e impiantistico, che per la gestione dei profughi si servirà di due mediatori culturali, e poi di altro personale per lo studio della lingua italiana, per la cucina, per le pulizie e per l’accompagnamento nei momenti di ricreazione e di disbrigo delle pratiche sanitarie o legate al loro status. 
Una famiglia dormirà in un appartamento all’interno della struttura per vigilare durante la notte.  Civica Attiva fa presente la complessità di questo accompagnamento non tanto dal punto di vista di vitto e alloggio, ma quanto per l’accompagnamento umano e socio-culturale di queste persone. Se non gestita da persone che hanno ampia esperienza in questo settore, la situazione può diventare una bomba ad orologeria. 
Marcolini più volte ripete che è cosciente di questo, che certamente sarà il punto più problematico della gestione, ma si dice convinto che Free Men  saprà far fronte alla situazione. Queste persone, dice Marcolini, hanno timore, molto timore: sanno che non possono comportarsi male, pena l’espulsione immediata. 
Marcolini non prevede fin da subito l’arrivo all’hotel Valpantena di circa 80 profughi, quanti le 36 camere dell’albergo sarebbero in grado di ospitare, ma ne prevede al momento una trentina. Con buona pace di tutti, dice Marcolini, ma la realtà è questa. 
La Free Men ha partecipato ad un bando pubblico e lo ha vinto. Tra un mese ne scade un altro in Prefettura per l’accoglienza di 1900 profughi per dieci mesi: 19 milioni di euro in ballo!!! Non nascondiamoci dietro una foglia, continua Marcolini: di questi tempi, chi gestisce strutture alberghiere altrimenti destinate alla morte, ci fa un pensierino, eccome. Soprattutto se regolarmente, allo scadere dei 60 giorni, ti arriva il bonifico! Le leggi non le faccio mica io!, ripete Marcolini.
Abbiamo invitato la Free Men ad un incontro pubblico  per spiegare alla cittadinanza  come intende gestire tutto questo. Marcolini non ha rifiutato l’idea. 
Per concludere: pensiamo di aver fatto un primo passo di conoscenza, quello che avrebbe dovuto fare il presidente dell’VIII circoscrizione Dino Andreoli. Il quale, purtroppo, ancora una volta, ha smesso la maglia  di Presidente e ha indossato quella di militante del suo partito, chiudendo gli occhi di fronte alla storia.

Paola Cavalieri
Civica Attiva

Consigliere dell’VIII Circoscrizione

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