La soluzione semplice molto spesso non interviene sulla causa del problema, ma ne crea altre.
L'ignoto e l'ignoranza (cioè la mancanza di conoscenza di un fatto o oggetto), hanno sempre determinato sconcerto e paura.
E' quanto assistiamo in Valpantena in merito all'arrivo di un gruppo di migranti.
La mancanza di informazione e di comunicazioni tra amministrazione centrale e realtà locali ha scatenato la paura.
C'è chi già attribuisce all'arrivo dei migranti un aumento dei furti nelle abitazioni e una generale insicurezza.
C'è chi ironizza sul diverso trattamento tra migranti stranieri e disoccupati locali.
C'è chi arriva a proporre come soluzione mettere a fuoco l'ex albergo.
C'è chi, anzichè governare la situazione cercando risposte e favorendo la ricerca di soluzioni, cerca consensi incrementando l'insicurezza.
La situazione è complessa e le soluzioni non sono immediate, ma possibili.
Nell'interessante video che segue, la rivista Pantheon illustra nel dettaglio il percorso che fanno le persone come quelle che saranno ospitate nell'ex albergo di Quinto.
La nota stampa di Civica Attiva si basa su informazioni ricevute direttamente dall'arch. Renzo Marcolini, presidente dell'associazione Free Men che gestirà l'intervento, e ci fornisce informazioni sulle caratteristiche e vincoli del progetto su cui ha investito.
Certo, possiamo rimanere perplessi sul fatto di lucrare guadagni sulle disavventure delle persone, ma tale intervento, come succede in un ospedale o in una casa di cura, porterà anche nuova occupazione utilizzando un albergo fino ad ora abbandonato: tecnici ed operai per i lavori di sistemazione e manutenzione, occupati fissi per la cucina e le pulizie, animatori e docenti per aspetti educativi e per l'insegnamento della lingua italiana, mediatori culturali, una famiglia per la gestione e il governo della struttura...
Spetta poi alla comunità civile evitare che quest'accoglienza da cinica e pelosa, diventi dignitosa e positiva per tutti. Spetta soprattutto a quella quota di società civile che come il sottoscritto si dichiara credente e fa del Vangelo il proprio orientamento di vita. In questa Quaresima sono certamente questi i poveri cristi e le loro famiglie lasciate in patria a chiederci se non sia il nostro stile di vita a determinare la loro emigrazione dai luoghi di origine.
Non fermeremo l'ondata di migrazioni bruciando un albergo, la fermeremo quando saremo disposti a protestare (e votare) contro l'ingiusta distribuzione delle ricchezze del mondo, contro l'ineguale remunerazione del lavoro. Questi fatti dovrebbero farci incontrare e discutere, certamente per avere maggiori informazioni, ma anche per farci coinvolgere nell'accoglienza o almeno nella comprensione di una realtà troppo complessa per essere risolta da uno striscione.
Roberto Fenzi
Consigliere PD Circoscrizione VIII
Pantheon Verona
Intervista a Nadia Gobbo, coordinatrice Progetto Immigrazione Cooperativa sociale "Spazio Aperto"
COMUNICATO
STAMPA di Civica Attiva
PROFUGHI ALL’HOTEL
VALPANTENA DI QUINTO
Il bisogno di capire
Ieri, venerdì 25 febbraio, Civica
Attiva si è incontrata nei locali dell’hotel Valpantena con l’architetto Renzo
Marcolini, presidente di Free Men, l’associazione che ha vinto il bando per
l’accoglienza di decine di profughi.
La Free Men, ci dice Marcolini, è
nata un anno fa per soddisfare ampie esigenze sociali: dall’accoglienza dei
profughi agli anziani soli fino ai nuovi poveri. Marcolini dice che
questa che faranno all’hotel Valpantena forse già a partire dalla settimana
prossima, per loro, rappresenta la prima accoglienza e l’inizio
delle loro attività sociali.
Marcolini è un imprenditore e anche in questa
attività si comporta come tale. Non nasconde che il motivo che ha spinto
l’associazione a percorrere questa strada è prettamente economico, legato ai 35
euro che l’Unione Europea mette a disposizione per l’accoglienza dei profughi.
L’associazione è composta da soci che hanno disponibilità di appartamenti e/o
alloggi in alcuni punti della provincia di Verona: da Cerea a Fumane, da S.
Giovanni Lupatoto a Quinto. L’hotel Valpantena, dopo il fallimento, è ora di
proprietà di un cinese con il quale la Free Men ha stipulato regolare
contratto d’affitto.
Marcolini dice che la struttura è a norma dal punto
di vista strutturale e impiantistico, che per la gestione dei profughi si
servirà di due mediatori culturali, e poi di altro personale per lo studio
della lingua italiana, per la cucina, per le pulizie e per l’accompagnamento
nei momenti di ricreazione e di disbrigo delle pratiche sanitarie o legate al
loro status.
Una famiglia dormirà in un appartamento all’interno della
struttura per vigilare durante la notte. Civica Attiva fa presente la
complessità di questo accompagnamento non tanto dal punto di vista di vitto e
alloggio, ma quanto per l’accompagnamento
umano e socio-culturale di queste persone. Se non gestita da persone che hanno
ampia esperienza in questo settore, la situazione può diventare una bomba ad
orologeria.
Marcolini più volte ripete che è cosciente di questo, che
certamente sarà il punto più problematico della gestione, ma si dice convinto
che Free Men saprà far fronte alla situazione.
Queste persone, dice Marcolini, hanno timore, molto timore: sanno che non
possono comportarsi male, pena l’espulsione immediata.
Marcolini non prevede
fin da subito l’arrivo all’hotel Valpantena di circa 80 profughi, quanti le 36
camere dell’albergo sarebbero in grado di ospitare, ma ne prevede al momento
una trentina. Con buona pace di tutti, dice Marcolini, ma la realtà è questa.
La Free Men ha partecipato ad un bando pubblico e lo ha vinto. Tra un mese ne scade un altro in Prefettura per l’accoglienza
di 1900 profughi per dieci mesi: 19 milioni di euro in ballo!!! Non
nascondiamoci dietro una foglia, continua Marcolini: di questi tempi, chi
gestisce strutture alberghiere altrimenti destinate alla morte, ci fa un
pensierino, eccome. Soprattutto se regolarmente, allo scadere dei 60 giorni, ti
arriva il bonifico! Le leggi non le faccio mica io!, ripete Marcolini.
Abbiamo invitato la Free Men ad un
incontro pubblico per spiegare alla
cittadinanza come intende gestire tutto questo. Marcolini non ha rifiutato
l’idea.
Per concludere: pensiamo di aver
fatto un primo passo di conoscenza, quello che avrebbe dovuto fare il
presidente dell’VIII circoscrizione Dino Andreoli. Il quale, purtroppo, ancora
una volta, ha smesso la maglia di Presidente e ha indossato quella di
militante del suo partito, chiudendo gli occhi di fronte alla storia.
Paola Cavalieri
Civica
Attiva
Consigliere
dell’VIII Circoscrizione
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